La cupola di San Pietro, nei tempi, ne ha calamitato più di uno. E uno, in particolare, in un giorno non qualsiasi di questo secolo. Lo sapete già, ha circolato con la rapidità di un fulmine sulla rete: il giorno in cui papa Ratzinger ha rinunciato al ministero di Vescovo di Roma, successore di San Pietro, senza appello naturalmente.
Morto un papa se ne fa un altro perdeva di un colpo il suo senso popolare. Non rientra nella consuetudine che un papa si assolva dalla sua responsabilità neanche per garantirne la funzione, almeno non da oltre settecento anni. Effetto di reale. Per un istante, il buco che il sembiante copre, disincarnato, lasciava intravedere il non c'è lacaniano che lo sottende. Naturalmente la Chiesa ha inghiottito la contingenza, mentre il fulmine circola ridotto all'eternità effimera dell'immagine del fotoreporter. Resisterà l'Eterno?
Tutt'altro che simbolica, la foto si presta a stigmatizzare per noi un reale che squarcia l'Universale nel XXIe secolo.
Laura Cecilia Rizzo
SLP, Roma