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ASSOCIAZIONE MONDIALE DI PSICANALISI
IX Congresso dell'AMP • 14-18 aprile 2014 • Paris • Palais des Congrès • www.wapol.org

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TESTI DI ORIENTAMENTO
Del reale in una psicoanalisi
di Éric Laurent

Éric LaurentDal momento della sua presentazione ad Atene del tema del futuro Congresso della NLS a Gand nel 2014, le presentazioni del Seminario VI fatte da Jacques-Alain Miller, gli hanno permesso di sviluppare ciò che diventa la pratica psicoanalitica quando essa punta a fare a meno della funzione dell'Altro dell'Altro.

Questa funzione della garanzia in un primo tempo è stata occupata, nell'insegnamento di Lacan, dal Nome del Padre. Dopo essere stato marchiato dalla barra di S(A), questa garanzia è apparsa essere nient'altro che un sintomo. Questo spostamento ha permesso di chiarire il posto della sostanza godente come tale, sulla quale la garanzia del simbolico resta senza presa.

Gli interstizi del simbolico diventano allora i luoghi adatti al fatto che la sostanza godente possa scivolare nelle tazze che possono accoglierla e localizzarla. Questi luoghi del godimento sono articolati nel circuito pulsionale e nel fantasma.

Sotto questo aspetto il fantasma si presenta come un apparecchio adatto ad organizzare il godimento. Esso ci conduce a porci la domanda: fino a che punto il fantasma nel suo uso fondamentale riesce a organizzare effettivamente il godimento?

Nel Seminario VI, per fare intendere la funzione regolatrice della costruzione dell'oggetto fallico nel fantasma, Lacan prende l'esempio della messa a fuoco del fantasma della bambina, in quella che chiama la prima parte del romanzo di Nabokov, Lolita. La parte in cui Humbert Humbert costruisce il suo fantasma di Dolores, prima della loro fuga. Egli sottolinea come l'elucubrazione di H.H. lo conduca a erigere un idolo inaccessibile, vietato. Si potrebbe anche avvicinare questa messa a fuoco del fantasma come funzione regolatrice, che racchiude un oggetto vietato, alla costruzione del fantasma della bambina in Lewis Carrol e il suo idolo Alice, inaccessibile quanto Lolita. La metafora della "messa a fuoco" è, ben inteso, rinforzata dall'uso della fotografia da parte dell'abate Dodgson. Si potrebbe aggiungere anche la tecnica dell'amore cortese, che erige un oggetto nel suo centro che permette di regolare i circuiti del godimento. Fantasma e amore cortese organizzano e chiariscono il campo del godimento legando l'inaccessibile e il recupero del godimento. Sono delle tecniche erotiche che situano il divieto altrove rispetto alle dipendenze del Nome del Padre.

Queste diverse costruzioni saranno raggruppate da Lacan attorno alla credenza che si può enunciare come credere alla donna. In questo senso il fantasma ha una doppia faccia. Da una parte costruisce l'oggetto fallico, dall'altra permette di recuperare la potenza, che non è fallica, ma è quella dell'oggetto (a).

Sotto questo doppio aspetto, il fantasma scrive (−j⁄a). E' di un altro uso che si tratta quando il fantasma riesce a mirare una donna facendo a meno della credenza nella donna. L'esperienza della passe permette di interrogare precisamente nelle testimonianze dell'esperienza psicoanalitica, oggi, il modo in cui il soggetto maschile ha smesso di credere nella garanzia del Nome del Padre e nella garanzia che produrrebbe la credenza nella donna. Sul versante femminile della sessuazione, la credenza nella donna può prendere la forma di essere la sola donna per un uomo. La sola, vuol dire la sola nella vita amorosa dell'uomo, ma non soltanto questo. Al di là dell'esigenza di unicità della gelosia femminile, la sola può prendere la forma di essere la sola a comprenderlo veramente, la sola a sapere veramente quello che lui vuole e a poterglielo dare. Lo scivolamento è sempre possibile tra la sola e l'unica. Lacan denuncia questi miraggi della conoscenza fondati sul fantasma: " Poiché, malgrado il mio sforzo, è un dato di fatto che io non sia donna, io non so che cosa sia ciò che la donna conosce di uomo. E molto probabile che questa conoscenza vada molto lontano (…)" [1]

Questa soluzione dà a una donna una soluzione che si potrebbe chiamare lo statuto di una falsa eccezione. La vera esperienza della singolarità della posizione soggettiva, senza garanzia, passa per la traversata di quel fantasma per raggiungere la posizione di realizzazione dell'eccezione e della solitudine.

Le testimonianze d'AE donne permettono di discernere questa bascula, questo cambiamento di regime. Sul versante maschile e sul versante femminile, al di là del punto di regolazione, di garanzia, incontriamo un al di là di ogni regolazione che può dare il programma del godimento. Non c'è più cosmo del godimento che universo della colpa. Questo godimento fuori garanzia, informe, è anche quello che è messo in questione dalla questione sull'interpretazione evidenziata da Jacques-Alain Miller ; quella che si tiene al di là del rapporto lineare causale che permetterebbe di rendere conto del suo effetto. Occorre distinguere diversi regimi dell'interpretazione, che non si escludono mutualmente. C'è l'interpretazione secondo il senso o secondo la molteplicità della dimensione del senso. Essa non è tuttavia aperta a tutti i sensi. L'interpretazione secondo il senso non deve dimenticare l'oggetto (a) che circola tra le linee e che si oppone alla concezione di una totalità del senso.

Nell'interpretazione che mira l'oggetto (a) fra le righe, bisogna anche distinguere la zona dove si può rendere conto di un'interpretazione e della sua "ragione" nello spazio soggettivo, e la zona dove non è possibile rendere conto di questo punto. In questa dimensione, l'interpretazione si trova realmente fuori-senso. Il fantasma si rivela un montaggio, un apparecchio che può essere situato come difesa contro il godimento che resta e che scappa ad ogni montaggio per mantenersi nell'interazione.

Abbordare la pratica della psicoanalisi a partire dalla dimensione della non-garanzia nella sua dimensione radicale ci porta a prendere in considerazione ciò che della sostanza godente non si articola né nel circuito pulsionale, né nell'apparecchio del fantasma. E' ciò che, del godimento, resta non negativizzabile e non si comporta più come una quasi-lettera nella sua interazione. E' così che si può abbordare quella che sarebbe la consistenza del reale nell'esperienza della psicoanalisi. Per il reale, l'importante, è che lo stesso sia lo stesso materialmente, "la nozione di materia è fondamentale per il fatto che essa fonda lo stesso"[2]. Lo "smontaggio della difesa" è uno smontaggio non solo dell'idolo impegnato al posto della mancanza fallica, ma anche del circuito dell'oggetto (a) per incontrare il bordo del godimento che questi circuiti circoscrivono. Attorno a questo bordo, le circostanze si annodano "ho a che fare con lo stesso materiale di tutti, con questo materiale che ci abita."[3] Materiale è preso nel senso del reale del godimento. Lacan propone un'altra versione di un inconscio che non è fatto degli effetti di significante su un corpo immaginario, ma un inconscio che includa l'istanza del reale che è la pura ripetizione dello stesso, quello che J.-A.Miller, nel suo ultimo corso, ha isolato nella dimensione dell'Uno-tutto-solo che si ripete. Lì è, veramente, la zona fuori-senso, e fuori garanzia.


Tradotto dal francese da Cinzia Crosali

  1. Lacan J., Le Séminaire, livre xxiv, L'insu que sait de l'une-bévue s'aile à mourre. Leçon du 16 novembre 1976, in : Ornicar ?, décembre 1977, n° 12-13, p. 6.
  2. Ibid., Leçon du 14 décembre 1976, p. 10.
  3. Ibid., leçon du 11 janvier 1977, in : Ornicar ?, Pâques 1978, n° 14, p. 5.